Luca Tardozzi, team manager del Ducati Lenovo in MotoGP, lancia un allarme sul futuro delle competizioni motoristiche a livello domestico. Intervistato da Speedweek, l’ex pilota spiega che i campionati nazionali sono ormai ridotti al lumicino a causa di costi insostenibili e regole troppo complesse. Secondo Tardozzi, questa situazione penalizza i giovani talenti che non riescono più a emergere in Moto2 o Moto3, rendendo l’accesso ai livelli più alti del Motomondiale quasi proibitivo.

Costi proibitivi e regole non omogenee
Con oltre vent’anni di esperienza all’interno dei box, Tardozzi osserva che le spese per iscriversi e competere in campionati come il CIV italiano o il Superbike nazionale sono aumentate esponenzialmente. “Dovrebbero esserci regole standardizzate – afferma – ma ogni campionato ha un proprio regolamento tecnico e sportivo che richiede budget stratosferici”. Il risultato è che molte squadre amatoriali e privati non riescono a sostenere spese come l’assistenza tecnica professionale, l’acquisto di pezzi di ricambio e le fee per la partecipazione, andando progressivamente a sparire dal calendario.
La mancanza di una normativa uniforme si riflette anche nella difficoltà di confrontare i risultati tra diversi campionati nazionali, ostacolando il talent scouting da parte dei team internazionali. FIM, l’ente mondiale di riferimento, viene ritenuta parzialmente responsabile di questa frammentazione.
Rischio desertificazione dei giovani talenti
In assenza di tornei nazionali competitivi, la formazione dei futuri campioni del Motomondiale è in serio pericolo. Tardozzi ricorda casi rari come quello di Toprak Razgatlıoğlu, approdato in MotoGP dopo aver brillato in Moto2 senza passare per i consueti campionati nazionali. Le conseguenze vanno oltre la perdita di talenti: si traduce in una minore copertura mediatica per la motocicletta a livello locale e in una progressiva riduzione delle sponsorizzazioni. Molti circuiti storici rischiano la chiusura per mancanza di eventi, cancellando la possibilità per gli appassionati di vivere da vicino i weekend di gara. Per invertire la rotta, serve un intervento coordinato tra federazioni, organizzatori e squadre, con l’obiettivo di ridurre i costi di partecipazione e unificare le norme tecniche. Altrimenti, i campionati nazionali rischiano di scomparire definitivamente, privando il settore di una fondamentale fucina di talenti.