Percorrere 60.000 km su una coppia di gomme può sembrare un risultato eccezionale, ma il vero rischio arriva quando si supera questo chilometraggio senza sostituirle. Con il passare dei chilometri, il battistrada si consuma progressivamente, riducendo drasticamente l’aderenza su ogni tipo di asfalto. Non sostituire le gomme dopo 60.000 km significa esporsi a pericoli concreti: dal peggioramento della stabilità in curva all’aumento vertiginoso della distanza di frenata, specialmente sul bagnato. In città come in autostrada, le conseguenze possono diventare molto più gravi di un semplice scivolone.
Usura eccessiva: come influisce sulla sicurezza
Dopo 60.000 km, persino le gomme di alta gamma mostrano segnali evidenti di usura. I marcatori nel battistrada, posizionati dai produttori, diventano quasi a filo con la superficie, indicando che il limite legale di 1 mm è prossimo oppure già superato. A quel punto, l’acqua non viene più drenata efficacemente e aumenta il rischio di aquaplaning. Inoltre, le mescole invecchiate perdono elasticità, con riduzione della capacità di deformarsi puntualmente sui piccoli ostacoli.
Su torsioni e pieghe, la moto reagisce in modo meno prevedibile: la stabilità in inserimento curva cala e aumenta la tendenza al sottosterzo o al sovrasterzo, con improvvisi slittamenti del posteriore. Anche la tenuta alla frenata diventa meno efficiente: in frenate d’emergenza, la distanza di arresto può allungarsi di diversi metri, trasformando una situazione gestibile in un rischio mortale. In situazioni di pioggia, poi, il pericolo è amplificato, poiché la superficie liscia del battistrada non permette più di incanalare l’acqua verso l’esterno.
Consigli pratici per evitare guai
Per preservare la sicurezza, è essenziale controllare regolarmente le gomme prima di intraprendere lunghi viaggi. Verifica visivamente il battistrada e misura la profondità residua con uno strumento o un semplice cacciavite. Se risulta inferiore a 2 mm, pianifica subito il cambio: superare i 60.000 km con lo stesso treno di gomme non è consigliabile. Anche se i marcatori di usura non sono ancora visibili, dopo 50.000 km è opportuno iniziare a valutare tergere e fianchi per controllare eventuali crepe o deformazioni.
Per chi percorre principalmente strade urbane e brevi tragitti, la vita delle gomme può sembrare più lunga, ma l’invecchiamento dovuto a fattori climatici e carichi non va sottovalutato. Anche se sul contachilometri si leggono meno di 60.000 km, controlla che non ci siano screpolature sui fianchi, spesso causate dalla sosta prolungata in pieno sole o dal parcheggio vicino a superfici abrasive. Quando si decide di sostituire gli pneumatici, scegli modelli adatti al tipo di guida e verifica la data di produzione: un pneumatico vecchio di due anni ha già perso parte delle proprie caratteristiche, indipendentemente dai km percorsi.