Dal 1° ottobre 2025, oltre un milione di veicoli diesel Euro 5 sarà ufficialmente bandito dalle strade in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Una decisione attesa da tempo ma che ora diventa realtà, con pesanti conseguenze per migliaia di famiglie. Il divieto riguarda gran parte della circolazione urbana, costringendo chi possiede questi mezzi a trovare rapidamente soluzioni alternative: dalla rottamazione agli incentivi statali, fino alle opzioni di mobilità condivisa. L’impatto economico rischia di essere tutt’altro che secondario, specialmente per chi utilizza il diesel Euro 5 per esigenze lavorative quotidiane.
Una transizione che pesa sulle famiglie
Il blocco interesserà una fascia consistente della popolazione automobilistica italiana. I diesel Euro 5, introdotti tra il 2009 e il 2014, rappresentano ancora una quota significativa del parco auto circolante. A meno di deroghe temporanee (per ora non previste), i proprietari dovranno affrontare il dilemma: sostituire il veicolo, accedere agli ecobonus o ripiegare su soluzioni di mobilità più flessibili. “Il problema è che molti non hanno le risorse per cambiare auto nel giro di pochi mesi”, denunciano le associazioni dei consumatori, sottolineando come le famiglie più colpite siano quelle che vivono in periferia o in piccoli comuni mal serviti dal trasporto pubblico.
Il costo medio per passare da un diesel Euro 5 a un’auto ibrida o elettrica è di circa 30.000 euro, anche considerando gli incentivi statali attualmente disponibili. Per chi non ha accesso a bonus o rottamazioni, la spesa può diventare insostenibile. Il problema è aggravato dal fatto che molti modelli Euro 5 sono ancora efficienti e in buone condizioni, ma non più utilizzabili in gran parte della rete urbana.
Le alternative: bonus, sharing e micro-mobilità
Per attenuare il contraccolpo economico, il governo e le regioni coinvolte stanno attivando una serie di strumenti di supporto. Tra questi, i bonus mobilità destinati all’acquisto di bici elettriche, scooter a basso impatto ambientale e abbonamenti per il car sharing o il trasporto pubblico. In molti centri urbani sarà potenziata l’offerta di veicoli condivisi, in particolare auto elettriche, scooter e monopattini, per ridurre la necessità del mezzo privato.
Il blocco dei diesel Euro 5 segna un punto di non ritorno nella transizione ecologica, ma richiede un grande sforzo di adattamento da parte dei cittadini. Chi non potrà permettersi un’auto nuova dovrà rivedere le proprie abitudini di spostamento, affidandosi a nuove forme di mobilità urbana. Le settimane che precedono il 1° ottobre saranno cruciali per capire quanto la rete infrastrutturale e i sostegni economici saranno davvero in grado di assorbire l’impatto sociale della misura.